A volte sono contenta di non avere una figlia.
Credo che il rapporto madre-figlia possa essere o uno dei più riusciti o uno dei più controversi.
E poiché il mio caso personale corrisponde alla seconda che ho detto, va da sé che sono contenta di non avere una figlia che mi faccia pensare agli alieni e all'invasione degli ultracorpi e per la quale qualsiasi cosa io faccia o pensi sia sempre un ottimo punto di partenza per una polemica.
E sono ancora più contenta di non essere una madre che non riesce ad accettare un modo di essere e di pensare tanto diverso dal suo, al punto di ritenere un preciso dovere correggere in tutti i modi possibili quelle che lei forse inconsciamente considera aberrazioni.
E' da quarantuno anni, 4 mesi e 23 giorni che io e la mia mamma ci relazioniamo così.
Invece, come madre di figlio, mi sento più sciolta, più disinvolta: certo, sono consapevole di tutti quei personaggi da tragedia greca che stanno lì tra le quinte, e prima o poi usciranno in coro.
Però mi sento al sicuro, soprattuto pensando a quanto sono imperfetta e a quanto ho intenzione di lasciarlo libero di andare in giro per il mondo e per la vita, avvolto sempre in una nuvoletta di pazzo amore, ma senza immedesimazioni pericolose.
O no?
venerdì 23 ottobre 2009
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