venerdì 23 ottobre 2009

Madri e figli. Figlie e madri.

A volte sono contenta di non avere una figlia.
Credo che il rapporto madre-figlia possa essere o uno dei più riusciti o uno dei più controversi.
E poiché il mio caso personale corrisponde alla seconda che ho detto, va da sé che sono contenta di non avere una figlia che mi faccia pensare agli alieni e all'invasione degli ultracorpi e per la quale qualsiasi cosa io faccia o pensi sia sempre un ottimo punto di partenza per una polemica.
E sono ancora più contenta di non essere una madre che  non riesce ad accettare un modo di essere e di pensare tanto diverso dal suo, al punto di ritenere un preciso dovere correggere in tutti i modi possibili quelle che lei forse inconsciamente considera aberrazioni.
E' da quarantuno anni, 4 mesi e 23 giorni che io e la mia mamma ci relazioniamo così.
Invece, come madre di figlio, mi sento più sciolta, più disinvolta: certo, sono consapevole di tutti quei personaggi da tragedia greca che stanno lì tra le quinte, e prima o poi usciranno in coro.
Però mi sento al sicuro, soprattuto pensando a quanto sono imperfetta e a quanto ho intenzione di lasciarlo libero di andare in giro per il mondo e per la vita, avvolto sempre in una nuvoletta di pazzo amore, ma senza immedesimazioni pericolose.
O no?

giovedì 22 ottobre 2009

La Tv, questa sconosciuta.


Per quel che mi riguarda, e lo dico senza snobismo, la tv potrebbe anche estinguersi come i mammut: non ne sentirei la mancanza. Con l'unica differenza che per i mammut mi dispiace di più.
Anche perché le due o tre trasmissioni che salverei vanno in onda ad orari impossibili: come ad esempio FIGU – Album di terrestri notevoli, un programma di Alessandro Robecchi e Peter Freeman, che va in onda dal 12 ottobre 2009, su Rai Tre, alle ore 9.10. Alle 9 e 10 del mattino, sì.
Approfitto dell'intimità di questo blog per dichiarare il mio amore ad Alessandro Robecchi, per come scrive e per quello che scrive.
E, se lo conoscessi di persona, forse anche per altro. Ne sono sicura.

mercoledì 21 ottobre 2009

Il primo grado di separazione della separazione. Le domande uroboriche.

E' quello che ti(mi) costringe a farti(mi) una serie di domande alle quali non c'è risposta.
Anzi, a volte non c'è neanche domanda.
L'asino di Buridano ti(mi) fa un baffo: lui, indeciso tra due mucchi di paglia, non riuscendo a scegliere verso quale dirigersi, muore di fame.
Tu(io) scegliendo decisamente nessun mucchio, anzi, camminandoci in mezzo vivi di fame.
Oh, io ve l'avevo detto che era complicato.
Provo, allora, a descrivere un dialogo-tipo:
- Voglio la separazione.
- Vuoi la separazione? Ma se non c'è altro da volere.
- Ah, già. Allora sono costretta a separarmi.
- Ma questa costrizione non ti fa sentire più libera?
- Beh, sì, in effetti sì. Ma perché non sono felice?
- Felice? Perché dovresti esserlo? Che c'entra la felicità?
- Boh, non lo so. Credevo di doverlo fare per stare meglio.
- Beh, stai meglio. Hai tagliato un ramo secco, no? Avrai più linfa per le tue parti vive.
- Ma perché un ramo secco fa male se lo tagli?
- Non lo so, ma mi stai innervosendo con queste domande.
- E' che sono triste. E tu poi sei sempre così reattiva e nervosa ultimamente.
- Hai ripensamenti? Rimpianti?
- No. Neanche solo la erre di queste parole. Però vorrei le condoglianze.

Questo dialogo avviene tra me e me, ed è praticamente continuo: alla fine sono stremata, ma so che da qualche parte arriverò.
Dispensatemi dalle battute facili .

giovedì 15 ottobre 2009

I sei gradi di separazione della separazione. Prologo.


Il titolo prende spunto da una teoria secondo la quale ognuno di noi è in contatto con qualsiasi altra persona del mondo, anche se sconosciuta, attraverso una catena di relazioni composta al massimo da 5 persone.
E cioè, tanto per farvi un esempio, se avete uno zio d'America, il cui vicino di casa si dedica al giardinaggio e comprando piantine è diventato amico di un vivaista, che ha un cugino a Washington che fa lo stesso mestiere e che è il fornitore personale di Michelle O., ecco che siete niente po' po' di meno che nella quasi-possibilità di contattare l'ultimo premio Nobel per la pace.
Che è un po' il meccanismo che regola il clientelismo, il nepotismo, il favoritismo ecc.

Ma non divaghiamo.
In realtà, prendo spunto dalla teoria solo per descrivere i sei gradi di separazione della separazione tra due coniugi.
Assomigliano un po' alle fasi del lutto (negazione, rabbia, accettazione, ecc.), ma, come la teoria alla quale mi rifaccio, comprendono anche delle persone, sebbene più di cinque. E non ti mettono in relazione col Presidente USA, ma col mondo intero. Dal quale, a loro volta, ti separano.
Complicato? Sì. Anzi di più. Indefinibile.
Per questo ho deciso di cimentarmi in questa disse(rta)zione, convinta che alla fine tutto avrà lo stesso aspetto delle costolette nel banco del macellaio: non mi fanno pensare alle atrocità subite dalla povera bestia, bensì al modo più succulento per prepararle e gustarle.
E se ciò dovesse sembrare troppo crudo, beh, la carne è mia.

mercoledì 14 ottobre 2009

I sei gradi di separazione della separazione.


Questa è un'anticipazione sul contenuto dei miei prossimi post, ammesso che riesca a scriverli.
Qualcosa che starà a metà tra l'anatomopatologia, la semantica e la sociologia.
Intanto, già mi domando come fa una cosa a stare a metà tra tre. Anzi, adesso che ci penso, credo che l'argomento sia trasversale a parecchi altri, tutti infilzati con precisione chirurgica dallo stesso bisturi.
Che è quello della separazione, appunto.
Un'altra contraddizione apparente è come una separazione possa unire, cosa che a quanto pare ha la propietà della reciprocità, per cui anche l'unione spesso separa.
Bene, dopo queste tortuose e sconcertanti premesse, rimando l'organizzazione delle farneticazioni ai prossimi giorni.

sabato 3 ottobre 2009

Il Novissimo Vocabolario della Lingua Italiana.



opposizione : azione di contrasto e di critica attuata dall'insieme dei partiti politici che non partecipano al governo. Consiste, nei casi più estremi sinora documentati, nell'indossare una coppola e un gessato blu e piazzarsi ben al di fuori delle sedi istituzionali in cui si esercita il potere esecutivo (modello Di Pietro). Nei casi più eleganti, l'opposizione viene agita tramite battute e freddure, che traboccano di ironia e sagacia (modello D'Alema). Nei casi più genuini e viscerali, in dichiarazioni indignate e scioccate, che lasciano il tempo che trovano (modello Finocchiaro e PD più in generale).Le conseguenze sono devastanti, soprattuto su quanti ancora confidano nella democrazia e nella sua rappresentatività. Gli effetti collaterali riguardano purtroppo una preoccupante assenza dai luoghi naturalmente destinati all'esercizio di tale attività.

giovedì 1 ottobre 2009

Il Novissimo Vocabolario della Lingua Italiana.



dignità: rispetto che la D'Addario dimostra di avere verso se stessa, ammettendo di fare la escort.
fiscale, scudo: sistema di protezione e garanzia verso quanti già si sono messi al sicuro in passato, sacrificando la propria cittadinanza e il proprio senso di appartenenza al popolo italiano.
appartenenza, senso di: sentimento comune e diffuso, tipico del cittadino italiano (vedi alle voci mandolino, spaghetti, pizza ecc.) che viene fuori soprattutto in occasioni di drammatici eventi, in cui perdono la vita altri italiani, dei quali fino a un momento prima non fregava un cazzo a nessuno. Nei casi di morti sul lavoro o di vittime di cataclismi (terremoti, alluvioni, ecc.) vedere alla voce 'non frega un cazzo a nessuno neanche dopo', fatta eccezione nel caso in cui muoiano fuori dal territorio italiano, ché un po' di audience la tirano sempre fuori.
stampa, libertà di: voce arcaica e desueta di cui si è perso il significato in seguito alla progressiva perdita dell'uso (cercasi esempi validi, anche stranieri, meglio se corredati di foto).