giovedì 15 ottobre 2009

I sei gradi di separazione della separazione. Prologo.


Il titolo prende spunto da una teoria secondo la quale ognuno di noi è in contatto con qualsiasi altra persona del mondo, anche se sconosciuta, attraverso una catena di relazioni composta al massimo da 5 persone.
E cioè, tanto per farvi un esempio, se avete uno zio d'America, il cui vicino di casa si dedica al giardinaggio e comprando piantine è diventato amico di un vivaista, che ha un cugino a Washington che fa lo stesso mestiere e che è il fornitore personale di Michelle O., ecco che siete niente po' po' di meno che nella quasi-possibilità di contattare l'ultimo premio Nobel per la pace.
Che è un po' il meccanismo che regola il clientelismo, il nepotismo, il favoritismo ecc.

Ma non divaghiamo.
In realtà, prendo spunto dalla teoria solo per descrivere i sei gradi di separazione della separazione tra due coniugi.
Assomigliano un po' alle fasi del lutto (negazione, rabbia, accettazione, ecc.), ma, come la teoria alla quale mi rifaccio, comprendono anche delle persone, sebbene più di cinque. E non ti mettono in relazione col Presidente USA, ma col mondo intero. Dal quale, a loro volta, ti separano.
Complicato? Sì. Anzi di più. Indefinibile.
Per questo ho deciso di cimentarmi in questa disse(rta)zione, convinta che alla fine tutto avrà lo stesso aspetto delle costolette nel banco del macellaio: non mi fanno pensare alle atrocità subite dalla povera bestia, bensì al modo più succulento per prepararle e gustarle.
E se ciò dovesse sembrare troppo crudo, beh, la carne è mia.