lunedì 9 novembre 2009

Madame Modesta c'est moi!

Non posso fare una recensione de L'arte della gioia: la storia di Modesta è la mia storia.
Non ho ucciso mia madre, non ho amato donne (almeno non fisicamente), non ho subito la galera o il confino per reati politici e, soprattutto, non sono riuscita a diventare principessa.
Ma la mia vita è la stessa sequela di delitti e determinazione, di volontà di affermazione e lunghi sonni, antifascismo profondo e disprezzo per ogni forma di religione, soprattutto se androcentrica.
Con la differenza che la mia storia è molto meno interessante.
Il rapporto che si è instaurato tra me e Modesta durante la lettura è quindi di natura intima e personale, per cui questa pseudorecensione va di diritto su questo blob/g. Parafrasando Patrizia Cavalli, se non leggo di me e non mi ritrovo, succede che mi confondo.

A beneficio pubblico, dirò solo che è un libro che insegna molto sull'essere donne e persone in generale ed è necessario come lo sono i libri di Simone de Beauvoir o quelli della saga di Angelica o di Adrienne Rich.

7 commenti:

Apprendista mamma ha detto...

La storia di Modesta l'ho letta anch'io. E tu l'hai recensita molto bene.

segnodiaria ha detto...

Grazie cara, è una storia che mi è entrata dentro e, come tutte le letture totalizzanti, mi ha costretto a ricondurre ai suoi termini tutto ciò che vivo, sento, faccio.

Apprendista mamma ha detto...

Cara, come stai? è un po' che non ci si sente...

segnodiaria ha detto...

Eri nei miei pensieri! Sono appena passata dal tuo blog e volevo tornare per lasciare un segno del mio passaggio: non sarebbe stato niente di più di un 'ciao, ci sono: silente, ma ci sono', perché è un momento di grande siccità verbale...
E a te, come va?

Apprendista mamma ha detto...

Sto bene. Non al massimo, ma bene.

Anonimo ha detto...

mi stai solleticando alla lettura: come ci sta dopo Stefania Bertola e Catherine Dunne che sto leggendo adesso?
ritixedda

segnodiaria ha detto...

Rituccia cara! Sono la persona meno adatta forse a consigliarti:
1) perché faccio dei guazzabugli letturistici saltando con molta nonchalance dal sacro al profano;
2) perché L'arte della gioia è in concorso come miglior titolo letto nel 2009 al Festival di Eleonors.
Di certo te lo consiglio: è poderoso, ma non è affatto pesante. Certo, con la Bertola ha poco a che fare:
Ti mando un abbrccio